L’entrata in vigore dell’accordo raggiunto a Parigi nella Cop21 ci pone finalmente davanti alla necessaria definizione degli strumenti utili alla trasformazione degli impegni in azioni.
Gli obiettivi assunti sono infatti estremamente importanti in termini assoluti, seppur largamente raggiungibili rispetto all’arco temporale generoso individuato. Quasi tre lustri ci separano dal 2030 e la velocità con la quale queste tecnologie marciano fanno sperare bene rispetto al raggiungimento con congruo anticipo dei risultati minimi indispensabili rispetto alle riduzioni di inquinanti.
Come sappiamo, infatti, tutto il quadro normativo internazionale predisposto, gira intorno al tentativo di evitare che l’attività antropica influenzi negativamente l’equilibrio atmosferico del Pianeta e che quindi contribuisca ad innescare un grave circuito vizioso che, aumentando la concentrazione di CO2 sopra la soglia di guardia, possa portare a mutamenti climatici non recuperabili.
Il surriscaldamento del globo che è in atto è certamente figlio di molte cause naturali, ma l’attività umana sta contribuendo sempre più all’aumento delle emissioni climalteranti e, nonostante i molti impegni assunti, il fenomeno rischia di diventare irreversibile se le politiche intraprese non saranno in grado di contenere l’incremento della temperatura.
Le attività oggetto di intervento sono molteplici ma tutte di fatto vedono lo sfruttamento di fonti fossili come l’elemento da contenere nel breve ed eliminare nel medio periodo. In effetti, quando si ipotizzo nel famoso Protocollo di Kyoto tale intervento, le tecnologie disponibili nella produzione di energia, nei trasporti e negli usi domestici erano poche, inaffidabili e molto costose, tanto da far considerare tali impegni come eccessivamente gravosi per il sistema economico globale.
Oggi, invece, dopo pochi lustri, ci troviamo ad aver superato la metà del guado e ad avere tecnologie pulite in tutti i settori di interesse, seppur ancora con diversi gradi di maturità, ma comunque tali da farci presumere non solo che arriveremo a sostituire le tecnologie causa del surriscaldamento, ma anche a farlo senza limitare la crescita o il benessere delle popolazioni.
Grazie a questa accelerazione il mondo oggi può dirsi non ancora salvo, ma salvabile. L’applicazione su larga scala dei sistemi puliti di generazione energetica, la diffusione della mobilità sostenibile e l’utilizzo del vettore elettrico per gli usi finali domestici sono dei passaggi chiave già in corso e che vedranno a breve la diffusione massiccia necessaria ad innescare quelle ulteriori economie di scala attese a renderle sempre più convenienti.
Sole, vento, calore della terra ed acqua possono tranquillamente fornire l’energia termica ed elettrica necessaria all’uomo per vivere su questo pianeta senza emettere CO2, oggi le applicazioni tecnologiche ci sono e sono disponibili a costi competitivi con quelle fossili soprattutto se si considerano le esternalità evitate, ed è per questo che dobbiamo spingere verso una trasformazione del sistema in questa direzione.
Necessario corollario è quello della maggiore penetrazione del vettore elettrico nel sistema con particolare riferimento alla mobilità e agli usi finali in ambito domestico. Quando questo dovesse avvenire, insieme al sempre maggiore peso delle fonti rinnovabili nel mix produttivo del sistema elettrico, potremo dire compiuto il percorso di trasformazione del sistema in direzione del ripristino degli equilibri ambientali necessari al Pianeta Terra.
Oramai è chiaro a tutti, il percorso intrapreso ci guiderà verso la decarbonizzazione e la tecnologia farà sì che lo si possa fare in modo efficiente ed economicamente sostenibile, le resistenze vi saranno ma in palio vi è la sopravvivenza del Pianeta e quindi l’uomo, che ha sempre saputo evolversi in modo da garantirsi un futuro, anche questa volta compirà le scelte necessarie.
Analizzando i dati dei Paesi industrializzati è impressionante notare come l’evoluzione sia costante e continua, e come la maturazione delle tecnologie pulite consenta loro di conquistare in ogni settore quote di mercato. In pochi decenni, possiamo starne certi, questo Pianeta sarà sostanzialmente affrancato da rischi climatici di origine antropica, speriamo, per il nostro stesso futuro, che sia in grado di recuperare quell’equilibrio che gli abbiamo fatto perdere…