È ormai ineluttabile: il ciclo dell’economia basata sul carbonio è destinato a finire e pure in tempi brevi. Le recenti determinazioni del Parlamento Europeo e della Commissione UE hanno stabilito che nei prossimi anni ci sarà un percorso sempre più impegnativo di riduzione delle emissioni al quale gli Stati membri non potranno non dedicarsi.
L’innalzamento al 32% della quota di fonti rinnovabili al 2030 con possibilità di revisione in aumento nel 2023, rispetto al precedente 27%, significa una base concreta su cui fondare e pianificare politiche di sviluppo delle rinnovabili ancora più incisive a sostegno delle fonti pulite. Il percorso tracciato è impegnativo ma gli strumenti tecnologici sono disponibili e i Paesi europei sono sempre più convinti della ineluttabile necessità di arrivare in tempi brevi una trasformazione completa del sistema produttivo ed energetico del vecchio Continente.
La transizione energetica è in corso e terminerà prima di quanto non crediamo. Questo è un dato di fatto che da molti anni ripetiamo e indichiamo come il percorso giusto per salvaguardare il pianeta Terra dal surriscaldamento globale e dall’uso indiscriminato delle risorse minerarie. Ora è indispensabile che i governi dei Paesi più importanti si diano rapidamente da fare per individuare quegli strumenti al contorno che consentano, da un punto di vista normativo e regolatorio, di garantire il supporto necessario, anche economico. Soprattutto, servono strumenti ad hoc che consentano alle fonti rinnovabili di continuare il loro percorso di crescita aumentando la velocità delle realizzazioni grazie all’eliminazione di ogni barriera esistente.
Al riguardo basti pensare a quello che indichiamo a gran voce come un onere ingiusto e punitivo posto a carico degli operatori e produttori di fonti energetiche rinnovabili non programmabili, cioè l’onere di sbilanciamento. Questa componente viene infatti fatta pagare sulla differenza tra previsione di produzione e produzione effettivamente immessa in rete per impianti che per loro natura non possono prevedere la generazione elettrica. Si chiede a queste fonti di prevedere quando soffierà il vento o quando splenderà il sole e in base allo sfortunato o fortunato esito di questa scommessa viene chiesto di pagare tale onere. Fortunatamente Terna sta approntando degli strumenti utili a ridurre l’aleatorietà di tale previsione grazie all’avvicinamento delle previsioni al tempo reale e quindi riducendo il rischio di previsione in maniera importante. Altrettanto avverrà grazie alla possibilità da parte di più impianti non programmabili di fornire un programma unico di previsione grazie al quale si potranno ridurre gli errori in quanto statisticamente aggregati.
Questa trasformazione epocale che vedrà nei prossimi decenni una totale esclusione delle fonti fossili dalle attività umane deve essere guidata con intelligenza e lungimiranza in modo da poterne valorizzare ai fini della crescita del Paese ogni aspetto ambientale, industriale, occupazionale e produttivo. Per far sì che ciò accada bisogna mettersi da subito al lavoro per guidare la transizione energetica a livello italiano, prima, e comunitario, poi, grazie al know-how delle aziende italiane che hanno dimostrato di saper reggere il confronto con le colleghe europee e spesso si sono dimostrate eccellenze nei rispettivi settori.
I tempi sono maturi e dobbiamo approfittare del contesto attuale che mette a disposizione obiettivi condivisi a livello comunitario e tecnologie sempre più efficienti ed economiche. Volontà politica e capacità tecnica non sono mai stati così favorevoli come in questi anni a trasformare in meglio il nostro mondo. Oltre, infatti, alle possibili evoluzioni del sistema elettrico verso una produzione 100% rinnovabile vivremo una trasformazione epocale nel settore dei trasporti e in quello domestico, sia lato domanda che lato consumo.
I trasporti vedranno un utilizzo sempre maggiore della mobilità elettrica che oltre a ridurre il problema dell’emissione di CO2 consentirà di risolvere anche la grave criticità delle emissioni nocive di particolato nei centri urbani. Per quanto riguarda i consumi domestici, infine, la sempre maggior penetrazione del vettore elettrico dovrà avvenire con la trasformazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e dei sistemi di cottura che, oltre a essere più efficienti, riducono sensibilmente gli inquinamenti locali all’interno degli appartamenti.
Vedremo anche un importantissimo sviluppo dei sistemi di gestione della domanda in tempo reale che consentiranno di bilanciare sistemi di produzione e sistemi di consumo garantendo risparmi per i singoli e bilanciamento del sistema elettrico nazionale.
Il futuro è stato immaginato, gli obiettivi sono chiari e disponibili, ora serve la responsabilità dei pubblici decisori e la volontà di ognuno di fare la propria parte in un percorso necessario e virtuoso che ci porterà in pochi anni a combattere i danni al nostro pianeta e a migliorare la qualità della vita che queste tecnologie ambientalmente compatibili assicurano. A valle di tutto ciò si tratta di migliorare la nostra vita e contestualmente di salvaguardare la terra, non vi è nessun motivo per opporsi a questo meraviglioso e possibile progetto di vita.