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Comunicazione, formazione, ricerca e industria. Ecco i capisaldi da cui ripartire

La formazione è uno degli elementi alla base dello sviluppo industriale e della crescita professionale di un Paese. Le nuove tecnologie necessitano di formazione specifica altamente professionalizzata per poter essere sviluppate, realizzate e gestite. Nel settore energetico questo aspetto è fondamentale e dovrebbe essere posto al centro di un forte programma nazionale di industrializzazione.

Il sistema energetico basato sulle fonti fossili sta lasciando il passo in maniera sempre più chiara a uno basato sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla mobilità sostenibile in un percorso di decarbonizzazione che entro la metà del Secolo ci porterà a un’economia completamente affrancata dalle risorse fossili. Queste sfide presuppongono un’intensa attività di ricerca e innovazione che oggi purtroppo è stata quasi completamente abbandonata. Realtà di eccellenza come Cnr ed Enea sono stati negli anni ridimensionati nelle risorse, cosa che non ha consentito lo svolgersi regolare e nelle migliori condizioni delle attività di ricerca necessarie. Le nuove tecnologie, infatti, per loro natura hanno grandi margini di miglioramento sia nei processi sia nei prodotti che solo attraverso la R&I possono portare i benefici attesi e necessari per aumentarne la competitività.

Altro aspetto fondamentale è quello della formazione professionale, che necessariamente dovrebbe essere strutturata in maniera adeguata, in modo da consentire un innalzamento del livello medio della forza lavoro e una specializzazione nelle aree che saranno oggetto del maggior sviluppo industriale per i prossimi anni. La rivoluzione in corso nel settore energetico, infatti, prevede la realizzazione nei prossimi 15 o 20 anni di infrastrutture per la produzione elettrica, per la trasmissione, sistemi di efficienza avanzati, soluzioni integrate per l’uso efficiente delle risorse, trasformazione del settore automotive e moltissime altre innovazioni, per realizzare le quali sarà indispensabile avere una formazione specifica e le certificazioni richieste. Tutto questo sistema deve essere pensato in maniera organica e funzionale e consentire una crescita industriale progressiva e coerente con gli obiettivi che il nostro Paese si è dato nell’ambito di una politica europea di crescita della green economy. Formazione, ricerca, innovazione e informazione sono gli aspetti sui quali il Paese oggi dovrebbe puntare per poter recuperare la competitività industriale persa e riprendere quella leadership nella ricerca che potrà garantire un futuro adeguato.

Legato a ognuno di questi punti vi è poi la questione di come si possano divulgare e diffondere i risultati della ricerca e dell’innovazione. In questo è centrale il ruolo della comunicazione, vediamo perché. Ogni aspetto dell’evoluzione prevede che vi sia una comunicazione dei risultati, delle innovazioni industriali e delle scoperte, e questo aspetto è essenziale per rendere di dominio comune le informazioni e i traguardi raggiunti. Infatti solo grazie alla diffusione di tali notizie l’effetto sarà ampio, democratico e utile al maggior numero di persone possibile. Questo tipo di comunicazione è quella di più alto livello, spesso rivolta a un pubblico altamente specializzato ed estremamente settoriale, ma forse per questo ancor più interessato ad avere evidenza di tale conoscenza. Questo tipo di comunicazione è sostanzialmente mirata a orientare scelte commerciali per soggetti di grande dimensione.

Vi è poi, invece, un altro tipo di comunicazione che è indispensabile, quella più generalista e meno specifica ma che deve arrivare alla platea più ampia possibile e deve trasmettere conoscenza su temi centrali dando corretta informazione. Questa è molto più divulgativa e deve coniugare, per poter essere utile ed efficace, la giusta dose di approfondimento e di correttezza scientifica alla indispensabile attrattività e comunicabilità. Un tema fortemente specifico o trattato troppo nel dettaglio difficilmente attirerà l’attenzione di un pubblico generalista perdendo di efficacia. Altrettanto inutile è un messaggio talmente superficiale da non trasmettere nessuna informazione utile all’utente.

Di questo secondo tipo di comunicazione, probabilmente la più difficile da realizzare, c’è grande necessità sui temi ambientali. Infatti la sensibilità su questi aspetti è relativamente giovane nella grande massa della popolazione e spesso condizionata da informazioni errate. Sui temi dell’energia e dell’ambiente crediamo che sarebbe indispensabile realizzare una campagna di comunicazione forte e incisiva per poter finalmente aiutare l’opinione pubblica a formarsi correttamente al fine di poter orientare i propri comportamenti in modo corretto. Oggi questo manca e tale ritardo deve essere colmato in tempi rapidi.

Il problema è così rilevante da poter addirittura condizione il futuro del nostro Pianeta, non è accettabile che vi sia un livello di disinformazione così elevato. Formare gli individui con azioni di comunicazione mirata e scientificamente verificata è il primo passo che dovremmo tutti sforzarci di fare perché il futuro dipende dalla possibilità che ci diamo di assumere decisioni sulla scorta di informazioni corrette.