La grave crisi che il nostro mondo sta vivendo e che riguarda principalmente i settori dell’ambiente e dell’economia sta deflagrando in tutta la sua gravità. La rappresentanza politica è chiamata a dare celermente risposte adeguate e su breve scala temporale.
Oggi ci troviamo infatti a non avere più tempo per tergiversare, riempirci la bocca di parole orientate a conquistare consensi sull’onda emotiva di correnti di opinioni momentanee, ma agire, e agire in fretta, se vogliamo che le politiche individuate possano svolgere i migliori effetti nei tempi utili a invertire il trend attuale.
La classe politica deve dimostrare nei prossimi anni tutte le sue capacità, competenze e onestà intellettuale, perché senza questi elementi qualitativi l’obiettivo di invertire la rotta e di mettere in salvo il pianeta non potrà mai essere raggiunto. È un momento cruciale per il nostro futuro e questo deve spingere anche tutti noi a contribuire con le nostre conoscenze a questa opera di ricostruzione.
Le migliori competenze dei comparti produttivi e professionali devono, attraverso i corpi intermedi, proporsi e proporre soluzioni costruttive che vadano nell’interesse generale del Paese. Quello che serve oggi è un patto per il futuro dell’Italia che metta insieme le migliori realtà nei vari settori, facendo emergere soluzioni ai vari problemi che a livello di sistema andranno via via affrontati e superati. Questo non può che passare attraverso una rappresentanza successiva, forte, riconosciuta e ascoltata che, tuttavia, sia in grado di avanzare proposte che contemperino le necessità dei vari comparti produttivi con la visione del bene comune, che deve sempre essere l’obiettivo finale di ogni azione.
La recente consultazione pubblica sul Piano nazionale Energia e Clima è un passo importante in questa direzione, tuttavia anche nel passato troppo spesso ci sono stati percorsi di consultazioni pubbliche che poi non hanno portato a recepire le sollecitazioni venute dal mondo produttivo. L’auspicio è che questa volta si possano finalmente porre in essere le sollecitazioni che i corpi rappresentativi dei settori importanti avanzeranno, con provvedimenti e norme in grado di rendere le politiche di sviluppo energetico del nostro Paese efficaci nella direzione voluta dal Governo, che mai dovrà perdere di vista la carbonizzazione del nostro Paese.
Anche di recente abbiamo visto che l’influenza di pochi soggetti, che portano avanti interessi diretti, ha prevalso nella considerazione dei pubblici decisori sulle proposte avanzate dalle rappresentanze di categoria, che quanto meno contemperavano le esigenze di un settore e non di un singolo soggetto.
Competenza, conoscenza e trasparenza devono alimentare questo auspicato cambio di paradigma senza il quale difficilmente riusciremo a uscire dalla crisi economica e ambientale nella quale siamo caduti. Dire no a tutto è segnale di paura per mancanza di conoscenza delle questioni; dire sì a opere sbagliate è altrettanto deleterio. Per questo motivo deve tornare centrale dell’azione del Governo la ricerca delle soluzioni più efficaci che vanno individuate interpellando le migliori competenze del nostro Paese, racchiuse negli organi intermedi. Da queste colonne, in questo piccolo spazio, non mi stancherò mai di ripeterlo: stiamo perdendo tempo prezioso, stiamo sottovalutando problemi che si ripercuoteranno sui nostri figli; basta proclami, basta programmi che rimangono tali sulla carta, agire!