Il nuovo Governo Conte ha come punto qualificante del programma elettorale quello di un “new green deal”. Dunque, le premesse per un’importante azione di gruppo delle tecnologie a basse emissioni e di decarbonizzazione del sistema produttivo italiano ci sono tutte. Quello che potrebbe mancare, invece, è l’amalgama politica e la condivisione degli strumenti necessari per raggiungere un obiettivo al quale nessun partito riesce pubblicamente a opporsi.
Troppo spesso, tuttavia, abbiamo visto come a fronte di grandi e roboanti promesse i nostri amministratori abbiano dimostrato un’impossibilità, o una mancanza di volontà, di arrivare ai fatti concreti. I temi dell’ambiente, delle rinnovabili, della riduzione delle emissioni e dell’economia circolare sono cari all’elettorato ma difficili da affrontare da parte di una classe politica che, nonostante un significativo ringiovanimento, continua a mostrare un’assoluta impreparazione e una grave mancanza di conoscenze e competenze.
Rivoluzionare un Paese in senso green non significa soltanto raccontare come al 2050 avremo ridotto o azzerato le emissioni di gas climalteranti, significa invece iniziare a codificare con norme chiare quali sono le azioni necessarie per far sì che insieme al passaggio alle fonti rinnovabili ci sia una reale visione di politica industriale che preveda la riconversione dei settori produttivi.
Questo secondo Governo Conte nasce sugli auspici di un cambio radicale di rotta che tuttavia rischia di infrangersi ancora una volta contro un muro compatto di oppositori che con ogni mezzo tenteranno di far naufragare il disegno. La difesa di interessi dei settori destinati a essere colpiti sarà infatti fortissima e utilizzerà ogni potente mezzo a disposizione. La sfida a cui sarà chiamato questo Esecutivo è quindi estremamente difficile da superare e verrà messa alla prova fin dai primi atti con il Decreto Clima, provvedimento che già ha avuto un primo impatto con questo sistema difensivo e che speriamo possa vedere la luce in una forma utile alla transizione energetica, indispensabile al futuro del nostro Paese. A tal riguardo è fondamentale delineare in partenza una strategia che parta dai concetti base e da nozioni come lo sviluppo sostenibile, aspetto largamente utilizzato in passato ma che deve inevitabilmente essere al centro di ogni dissertazione sull’ambiente e l’uomo.
L’eolico e le rinnovabili tutte rientrano pienamente in questa tematica e più in generale intercettano diverse aree di interesse delineate dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile predisposta dal Ministero dell’Ambiente, come esempio tipico di una completa armonia tra uomo e ambiente. Si tratta di tecnologie che coniugano perfettamente il progresso, lo sviluppo, l’industria, con la valorizzazione della persona, intesa come benessere economico, fisico e psicologico.
L’augurio che si deve fare al Governo è di riuscire a mettere in campo le azioni necessarie ad attuare il programma promesso sui temi green. Per farlo sembra assolutamente indispensabile che vengano messi nei posti chiave esponenti con competenza, conoscenze, capacità tali da trasformare in atti concreti le promesse elettorali. Buon lavoro!
Fuori testo: trasformare in atti concreti le promesse elettorali