Il settore energetico sta attraversando una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da un acceso dibattito su quali tecnologie adottare per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 e il 2050.
Tra le opzioni in discussione, il ritorno al nucleare ha suscitato interesse, insieme alla ricerca di alternative più sostenibili ai combustibili fossili. Il fermento è alimentato da pressioni di diversi settori industriali, ciascuno dei quali promuove la propria soluzione come ideale, spesso senza avere elementi reali di valutazione.
In questo contesto complesso, il dibattito pubblico è spesso distorto da disinformazione e fake news, che confondono ulteriormente il processo decisionale verso la neutralità carbonica.
Ciò evidenzia l’importanza di un intervento autorevole da parte del decisore pubblico, che dovrebbe basarsi su evidenze scientifiche e strumenti oggettivi per delineare un piano energetico nazionale adeguato. A tal riguardo, da anni, chiediamo a gran voce che venga realizzato un serio piano di comunicazione che possa dare a chiunque gli elementi di base e le informazioni necessarie a comprendere, per ogni tecnologia, almeno alcuni elementi fondamentali come costi, impatto e ciclo di vita.
L’elaborazione di un piano energetico coerente richiede un approccio integrato, capace di bilanciare diverse esigenze: la lotta al cambiamento climatico, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, la diminuzione dei costi di produzione dell’energia, il rafforzamento della sicurezza energetica e la riduzione della dipendenza dalle importazioni estere. Inoltre, è cruciale considerare l’impatto sulla creazione di posti di lavoro, poiché il settore energetico può diventare un volano per lo sviluppo economico e sociale, aiutando i territori più deboli.
Tuttavia, nel nostro Paese, la produzione di energia elettrica è lasciata principalmente all’iniziativa privata, il che implica che il pubblico decisore possa orientare il mercato solo tramite sostegni di carattere economico o strumenti di spinta amministrativa, come le semplificazioni normative.
Concentrandoci su quest’ultimo punto, le semplificazioni non devono essere intese come una riduzione dei controlli ambientali o paesaggistici ma come un’accelerazione delle procedure, rendendo il processo più efficiente senza compromettere la qualità delle valutazioni stesse. Infatti, la semplificazione dei processi autorizzativi per la realizzazione delle infrastrutture energetiche, in particolare per gli impianti di piccole e medie dimensioni alimentati da fonti rinnovabili, è un passaggio cruciale per rendere il sistema energetico più flessibile e sostenibile. Ridurre la burocrazia non solo abbassa i costi di produzione ma allevia anche il carico di lavoro per gli enti pubblici preposti al rilascio delle autorizzazioni, migliorando l’efficienza dell’intero sistema.
Un quadro normativo più snello e chiaro, infatti, può facilitare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, agevolando l’adozione di tecnologie innovative e sostenibili. Questo è essenziale per permettere al nostro Paese di rispettare gli impegni presi a livello comunitario e internazionale.
La transizione energetica richiede la composizione di un mix tecnologico che includa tutte le fonti utili a raggiungere l’obiettivo, finanche il nucleare, a patto di chiarire cosa ogni fonte possa dare. Le rinnovabili devono essere fatte, per quanto possibile, fino al loro potenziale tecnico, poiché sono le uniche che garantiscono produzione pulita, economica, senza emissioni climalteranti o inquinanti, senza necessità di importare o estrarre fonti fossili e creano anche occupazione.
Il gas garantisce la flessibilità necessaria nella transizione, il nucleare potrebbe dare una quantità di energia fissa senza emissioni climalteranti, seppur in tempi che probabilmente sarebbero incompatibili con gli obiettivi temporali di decarbonizzazione a medio termine. Comunque, ognuna di queste opzioni deve essere valutata attentamente non solo per la sua capacità di ridurre le emissioni ma anche in termini di sostenibilità economica, sicurezza e impatto sociale.
Il mix complessivo necessiterà certamente di un quadro regolatorio e normativo adeguato a di rendere ogni tipo di intervento rapido ed efficiente; che si tratti di impianti per produrre energia rinnovabile oppure di reti o accumuli, le procedure autorizzative dovranno essere rapide e certe, solo così potremo veramente ridurre il gap dei costi del nostro sistema energetico rispetto a quello degli altri Paesi europei, che hanno da tempo individuato nelle rinnovabili la chiave per ridurre la bolletta energetica.