Nel contesto del mercato dell’energia elettrica, che da un lato vede la produzione e, dall’altro, il consumo, l’importanza di politiche equilibrate è fondamentale per consentire al sistema di reggersi e al Paese di prosperare.
In Italia, invece, negli ultimi decenni abbiamo spesso visto la parte dei consumatori (quelli industriali molto di più, quelli domestici assai di meno) godere di una rappresentanza forte, molto visibile e ben ascoltata dal pubblico decisore.
Sia chiaro, molte delle istanze rappresentate erano e sono giustificate, ragionevoli; quello che forse è meno evidente è che le proposte avanzate nel tempo vanno più nella direzione di risolvere il problema di pochi che affrontare una questione comune.
Di contro, la rappresentanza del settore della produzione ha vissuto spesso contrapposizioni tra comparti, senza avere la capacità di fare sintesi sui temi di comune interesse e questo ne ha ridotto l’efficacia.
Una rappresentanza unitaria del settore elettrico, non nella forma ma almeno nella sostanza, sta diventando sempre più urgente. Questo tipo di rappresentanza, che unisce vari attori del comparto, avrebbe il potenziale di influire positivamente sulla regolamentazione, sulla sostenibilità, sulla competitività e sui possibili benefici per i consumatori, le imprese e l’ambiente.
Innanzitutto una rappresentanza coesa consentirebbe alle associazioni di settore di presentarsi con posizioni forti e condivise di fronte ai legislatori e alle autorità di regolazione. Le decisioni che riguardano la regolamentazione del mercato energetico e le politiche ambientali, come sappiamo, influenzano profondamente tutti gli attori del comparto e poter indirizzare nella giusta direzione tali attività è necessario.
È evidente che servirebbe una struttura capace di fare sintesi, che raccolga le istanze e le esigenze, che sia autorevole e indichi soluzioni equilibrate. Nel mondo complesso e frammentato dell’energia oggi esistono molteplici organizzazioni e si possono generare sovrapposizioni di interessi e difficoltà nel coordinamento.
Un’azione coordinata semplificherebbe l’attività di lobbying e garantirebbe anche una comunicazione più efficace, nonché una valutazione più efficiente dei problemi comuni e soprattutto delle proposte.
È ovvio, tuttavia, che tale possibile azione debba passare da un passo indietro da parte di tutti rispetto alla difesa degli interessi di settore, a vantaggio di una individuazione degli interessi prevalenti per l’intero comparto e, auspicabilmente, del sistema. Una rappresentanza coordinata permetterebbe anche al comparto di reagire in maniera rapida ed efficiente alle crisi e ai problemi più urgenti, indicando soluzioni efficaci e garantendo sempre la sicurezza del sistema.
Un esempio di quanto si sostiene viene dalla gestione degli ultimi anni delle tensioni sui costi dell’energia, passati da 30 €/MWh a oltre 300 €/MWh (dal Covid alla guerra in Ucraina).
Invece di analizzare le diverse istanze (consumatori che chiedevano prezzi calmierati e produttori che proponevano soluzioni di stabilizzazione dei prezzi) si è intervenuti con delle norme che incredibilmente hanno penalizzato le aziende elettriche sull’assunto che avessero fatto extraprofitti (non sempre veri), senza rendere il provvedimento trasversale ai vari comparti (banche, farmaceutica, armi ecc.).
Infatti, se è vero che negli ultimi anni il costo dell’energia elettrica è aumentato significativamente, spingendo i consumatori e le imprese a fare i conti con bollette sempre più elevate, sappiamo che la principale causa di questi aumenti è il prezzo del gas naturale, che continua a essere la fonte che in Italia fissa il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso.
Quindi un sistema Paese che volesse veramente risolvere il problema dovrebbe accelerare urgentemente in quella direzione, cosa possibile ma ad oggi non fatta.
L’incremento dell’uso dell’energia eolica e fotovoltaica, fonti rinnovabili che hanno costi di produzione nettamente inferiori rispetto a quelli derivanti dal gas, rappresenterebbe infatti una delle strade più dirette per abbassare il prezzo dell’energia elettrica, oltre a tutti i benefici connessi.
Il prezzo del gas naturale, tra l’altro, è soggetto a fluttuazioni a livello internazionale molto elevate e l’instabilità dei mercati energetici globali, anche per le note cause geopolitiche, ha portato a un’impennata dei costi negli ultimi anni.
Quando il gas diventa più oneroso anche la produzione di energia elettrica che dipende da questa fonte aumenta, facendo lievitare le bollette per i consumatori; sole e vento, invece, non subiscono tali fluttuazioni.
Questa situazione dovrebbe richiedere un ripensamento delle politiche energetiche, con l’urgenza di trovare alternative economiche e più sicure come sono le fonti rinnovabili. Inoltre, l’energia prodotta tramite impianti eolici e fotovoltaici presenta vantaggi economici chiari rispetto alla generazione di elettricità tradizionale.
Le FER, per loro natura, una volta installati gli impianti, hanno costi operativi e di manutenzione molto più bassi e non necessitano l’importazione di materia prima. Tra l’altro, negli ultimi 10 anni, i costi di produzione di energia da fonti rinnovabili sono drasticamente diminuiti grazie ai progressi tecnologici e alle economie di scala.
Oggi l’energia eolica e fotovoltaica è tra le forme di produzione più economica al mondo, con costi ben inferiori a quelli derivanti dalla generazione di energia da gas, rendendo queste soluzioni non solo più sostenibili, ma anche più convenienti per i consumatori.
Oltretutto la capacità di generazione di energia eolica e solare è cresciuta così tanto da consentire la copertura pressoché totale della domanda elettrica. L’incremento dell’uso di energie rinnovabili avrebbe un impatto diretto sul prezzo dell’energia per i consumatori assai benefico e questo dovrebbe essere ben spiegato ai nostri governanti.
Inoltre, la maggiore diffusione di impianti fotovoltaici residenziali e industriali potrebbe ridurre ulteriormente la domanda di energia dalle reti tradizionali, abbassando i costi e creando un sistema energetico più decentralizzato e resiliente. Le imprese, in particolare, potrebbero beneficiare di costi più bassi e di una maggiore sicurezza energetica, dato che non sarebbero più così vulnerabili alle fluttuazioni dei prezzi internazionali del gas.
In sintesi, l’abbassamento del prezzo dell’energia elettrica passa inevitabilmente attraverso un maggiore ricorso a fonti rinnovabili come l’energia eolica e fotovoltaica. Queste soluzioni offrono una via per ridurre i costi di produzione, migliorare la sostenibilità ambientale e promuovere un sistema energetico più sicuro e meno vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi del gas. Investire in energia pulita è non solo una scelta vantaggiosa per i consumatori e le imprese, ma anche un passo fondamentale verso un futuro più verde e prospero anche di lavoro.