Il mondo si è venuto a trovare in una situazione estremamente complessa a causa della situazione connessa all’attuale emergenza sanitaria. Come sappiamo, tanti settori sono stati duramente colpiti, alcuni chiusi e altri lasciati liberi di scegliere sulla base delle analisi economiche e sanitarie che i singoli imprenditori hanno ritenuto di svolgere.
Altri ambiti, quelli cosiddetti essenziali, sono invece stati costretti a rimanere aperti, per fornire quei prodotti o quei servizi indispensabili alla sopravvivenza; ovviamente tutto il comparto sanitario, al quale ognuno di noi deve un ringraziamento speciale e ai cui operatori dobbiamo tributare il giusto riconoscimento per aver continuato, eroicamente e a rischio stesso della vita, a svolgere il loro lavoro in prima linea.
Oltre a questo, anche altri settori stanno dimostrando, seppur senza gli eroismi dei medici, il loro valore e la loro essenzialità. Il mondo energetico tutto, e quello eolico al suo interno, ha infatti risposto con responsabilità “presente”, continuando a garantire tutti i servizi seppur tra mille difficoltà.
In questi mesi, infatti, il comparto si è da subito organizzato nel riconvertire i processi di produzione, di gestione e di manutenzione al fine di garantire un servizio essenziale come la produzione elettrica. Pensiamo un secondo a come staremmo vivendo questa emergenza, e la conseguente quarantena, senza energia elettrica ad alimentare le nostre giornate. Ognuno di noi ha continuato a lavorare, da casa e responsabilmente, gestendo le migliaia e migliaia di singoli impianti eolici (ma anche fotovoltaici, geotermici, idroelettrici e a biomasse) come se nulla fosse. Le Fonti Rinnovabili di Energia, a differenza degli impianti fossili, hanno la peculiarità di essere distribuite sul territorio e quindi hanno necessità di avere una rete di manutentori più ampia e ramificata.
Abbiamo dotato quindi i tecnici di procedure volte al contrasto della diffusione del virus, evitando che si potessero trovare a stretto contatto tra loro (una navicella eolica è uno spazio confinato molto limitato…), fornito Dpi difficilissimi da trovare (e carissimi…), organizzando i turni in modo che fossero per quanto possibile in veicoli separati ed evitando loro di trovarsi nei magazzini in numero elevato.
A tutte queste accortezze si sono aggiunti ovviamente i costi ulteriori relativi alle necessarie dotazioni aziendali per le attività di smart working (hardware e software anche per aumentare la sicurezza dei sistemi) che evidentemente incidono ulteriormente sui costi. Come non sfuggirà, tutti questi sforzi hanno dato ottimi risultati se è vero, come è vero, che nonostante il crollo dei consumi non si è mai parlato di criticità del settore elettrico nel garantire le forniture necessarie, grazie alla coscienziosa azione dei produttori eolici (come anche di quelli tradizionali e rinnovabili tutti).
In questo quadro gli interventi che gli operatori eolici hanno apportato per garantire il servizio di produzione dell’energia hanno generato costi elevati e inefficienze significative. Il mercato elettrico, nel contempo, ha visto ridurre i valori del Pun (Prezzo medio dell’energia elettrica in borsa) fino ad essere più che dimezzato. A questo proposito va considerato che i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, a differenza di chi usa combustibili fossili, non hanno neppure potuto beneficiare della riduzione dei costi del combustibile utilizzato, circostanza che è andata ad impattare significativamente in questo periodo grazie alla riduzione del costo di approvvigionamento!
Il sistema di remunerazione degli impianti Fer prevede, infatti, un ricavo complessivo riconosciuto, composto dal prezzo dell’energia elettrica espresso dal mercato e una quota incentivo calcolata tenendo conto del prezzo medio dell’energia dell’anno precedente. Pertanto, in questa fase di depressione straordinaria e imprevedibile dei prezzi, la sofferenza delle aziende del settore rinnovabile è gravissima e si somma alla esponenziale crescita dei costi. Il rischio reale è che tale congiuntura possa portare ad una situazione di sofferenza per alcune realtà con il rischio reale di fallimento. Tale situazione potrebbe avere conseguenze ancor più gravi soprattutto perché, come noto, le piccole aziende dell’indotto eolico sono presenti perlopiù nelle zone del nostro Paese da sempre gravate da problematiche occupazionali e dove di frequente i nuclei familiari sono monoreddito.
In conclusione il settore sta soffrendo molto per l’attuale crisi sanitaria, come d’altra parte vari altri ambiti, ma nonostante questo sta responsabilmente garantendo con successo un servizio essenziale per il Paese, nonostante le significative sofferenze economiche cui è sottoposto. Gli imprenditori eolici stanno soffrendo le perdite economiche di una situazione straordinaria senza chiedere nulla, è tuttavia necessario che, nel caso in cui la situazione dei ricavi resti così depressa, il Governo ragioni su possibili azioni che consentano di mettere in sicurezza le attività di produzione, indispensabili alla vita normale e alla ripartenza del sistema Paese.