Il nuovo Governo si è insediato e la prima novità che si può cogliere è il tentativo di coniugare le politiche relative allo sviluppo delle rinnovabili con quelle di sostegno alle imprese.
Come sappiamo sono due temi che sembrano molto distanti tra loro poiché l’industria ha necessità di energia a basso prezzo e in quantità, mentre oggi lo sviluppo delle FER è lento e quindi mal si concilia con questa esigenza.
Tuttavia, sembra che il Ministro Picchetto Frattin, stando alle ultime dichiarazioni, abbia ben chiaro come solo tramite uno sviluppo importante delle rinnovabili si possa arrivare a una riduzione significativa dei costi in bolletta.
Proprio nell’ambito di Ecomondo 2022 a Rimini, infatti, il Ministro ha affertato che l’Esecutivo Meloni ha in animo di realizzare 70 GW di impianti rinnovabili in tempi molto brevi, rispondendo così alla crisi energetica e climatica.
Alcune associazioni di categoria (ANEV, Italia Solare, Elettricità Futura, Federidroelettrica e CIB) ne hanno approfittato per chiedere un tavolo di confronto istituzionale e l’indizione degli Stati generali delle fonti rinnovabili da tenersi a marzo nell’ambito della nuova fiera di settore K.ey.
Un percorso, questo, necessario considerando che le nuove realizzazioni stentano a vedere la luce per una serie di difficoltà burocratiche.
Solo da un confronto con i corpi intermedi può arrivare al Governo il giusto indirizzo per intervenire in maniera corretta sui colli di bottiglia che non consentono lo sviluppo delle rinnovabili.
In quest’ottica, ovviamente, serve un coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente e di quelli della Cultura, dell’Agricoltura, delle Imprese e del Mare per potere intervenire in tutti gli aspetti relativi allo sviluppo del settore.
Anche Confindustria ha iniziato a muoversi presentando al Governo un piano di ridisegno del mercato elettrico con l’obiettivo ambizioso di disaccoppiare il prezzo del gas da quello delle FER. Il tentativo è certamente interessante, tuttavia, avrebbe forse più senso pensare a una modifica sostanziale del meccanismo di mercato mettendo ogni tecnologia nelle condizioni di poter produrre e vendere energia elettrica al prezzo più vicino al costo di generazione.
Disegnare il mercato elettrico dei prossimi decenni è un elemento sostanziale per consentire la corretta integrazione delle nuove fonti all’interno degli attuali meccanismi di formazione del prezzo di borsa dell’energia elettrica. In futuro avremo sempre più bisogno di un prezzo dell’energia stabile e costante; questo è raggiungibile soltanto grazie all’utilizzo di tecnologie pulite che non dipendono da combustibili fossili, i cui prezzi possono variare in maniera molto significativa.
Utilizzare, infatti, energia sostenibile da fonte eolica o fotovoltaica garantisce un costo di generazione basso e costante per tutta la vita dell’impianto e dipendente quasi esclusivamente dal costo della tecnologia nel momento in cui viene installata, più il costo della gestione e manutenzione dell’impianto che, comunque, è una piccola parte rispetto al costo di investimento iniziale.
Secondo gli obiettivi che il Governo italiano ha assunto nel percorso di decarbonizzazione al 2050, una buona parte della produzione elettrica dovrà essere fornita da queste fonti; dunque, il costo dell’energia elettrica sarà sempre più stabile e in prospettiva sempre più basso. Questo risultato può essere raggiunto solo grazie a una significativa accelerazione nel rilascio delle autorizzazioni per nuovi impianti rinnovabili.
In questo percorso di transizione, ovviamente, il gas potrà essere e dovrà essere il fonte di appoggio per raggiungere l’indipendenza energetica dalle fonti fossili, garantendo tuttavia la fornitura di energia elettrica e la modulazione della produzione secondo quelle che sono le esigenze di consumo.
In questi anni, poi, si svilupperà in maniera più significativa la gestione della domanda (demand response) che quindi modulerà in tempo reale la produzione e il consumo cercando di minimizzare la distanza tra queste due curve.
Infine, lo sviluppo degli accumuli, anche tramite la crescita della mobilità elettrica, sarà in grado di garantire un equilibrio di sistema adeguato.
In questo scenario le recenti voci di sviluppo delle tecnologie nucleari della fusione devono certamente fare piacere per quanto riguarda un significativo passo avanti nella ricerca su questa tecnologia ma, certamente, non danno risposta nei tempi necessari all’obiettivo di indipendenza energetica che i Paesi occidentali devono raggiungere celermente.
Queste tecnologie, infatti, potranno vedere la luce in un arco temporale ben più lungo di quello necessario alla decarbonizzazione attualmente in essere; tuttavia, lo sviluppo di queste soluzioni potrà fornire, dopo il 2050, ulteriori opzioni utilissime a rispondere alla crescente domanda di energia elettrica.
Oggi le rinnovabili sono senza dubbio l’ultima e l’unica strada possibile per invertire la rotta rispetto alla crisi climatica e ambientale. Dobbiamo percorrerla con decisione e con capacità fin da subito altrimenti non riusciremo a dare le risposte necessarie a raddrizzare una tendenza che sembra senza futuro. Dobbiamo impegnarci fin da subito per garantire la salvaguardia del nostro pianeta.