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Un modello per la sostenibilità

Tra i fatti del 2015 c’è l’Accordo di Parigi a conclusione della ventunesima Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico. L’obiettivo indicato è stato quello di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto alle temperature dell’epoca pre-industriale e possibilmente al di sotto di 1,5°C.

Per raggiungere questi obiettivi è evidente la necessità di individuare strategie nuove: con il business as usual, allo stato attuale, i trend segnalano un ampio sforamento dei +3°C. Ogni settore deve fare la sua parte, anche l’agricoltura, a oggi responsabile del 6,9 % delle emissioni di gas a effetto serra.

È necessario un cambio di passo, anzi di un cambio di paradigma. Anche perché l’agricoltura, tra siccità prolungate, desertificazione dei suoli, inondazioni, è tra i sistemi più fragili rispetto agli effetti del cambiamento climatico. Il Consorzio Italiano Biogas e Gassificazione (CIB) ha elaborato un modello grazie al quale si ottiene, se correttamente applicato, un triplo vantaggio: redditività economica, diminuzione degli impatti ambientali (su aria, acqua, suolo), presidio e tutela del territorio a vantaggio di tutta la comunità; in altre parole, incontra in maniera diretta ed efficace i tre pilastri della sostenibilità ed è stato denominato Biogasfattobene® o Biogasdoneright®.

Il modello prevede l’applicazione efficiente dell’azienda agricola multifunzionale che, tuttavia, non rinuncia alla sua vocazione primaria di impresa che utilizza la terra per produrre cibo. Al centro c’è un impianto di digestione anaerobica. A monte dell’impianto ci sono pratiche agricole e tecniche colturali di agricoltura conservativa volte a produrre alimenti e mangimi per il mercato, nonché la biomassa per alimentare il digestore che proviene dagli allevamenti (gestendo in maniera efficiente gli effluenti), dall’agro-industria (sottoprodotti, colture di secondo raccolto, o su terreni marginali). A valle ci sono la produzione di biogas e la generazione/vendita di energia rinnovabile da una parte e, dall’altra, il digestato, un bio-fertilizzante che fa tornare al terreno il carbonio e altri preziosi nutrienti rendendolo più produttivo.

Grazie al digestato, infatti, i suoli impoveriti di sostanza organica vengono progressivamente e nuovamente arricchiti utilizzando un prodotto naturale e a costo zero, in alternativa ai fertilizzanti chimici. Il biogas, dunque, è una bioenergia particolarmente preziosa perché consente all’azienda agricola non solo di ridurre in maniera drastica il ricorso alle fonti fossili di energia, ma anche di sequestrare carbonio nel suolo; ancora di più con la produzione e distribuzione di biometano (prodotto dall’upgrading del biogas) che già ora può essere utilizzato come combustibile per autotrazione e potrà esser immesso a breve anche direttamente nella rete nazionale di distribuzione del gas naturale.

Il biometano – dice Piero Gattoni presidente del CIB e membro del Consiglio direttivo di Free – ha un ruolo fondamentale nella strategia del Paese sul fronte della lotta al cambiamento climatico essendo in grado di determinare una transizione energetica verso un’economia a basso contenuto di carbonio fondata sulla sostenibilità e sulla circolarità nell’utilizzo delle risorse”.

Per incontrarci  e  avere maggiori informazioni sul Consorzio diamo appuntamento il 25 febbraio a Roma all’evento Biogas Italy: www.biogasitaly.com