Il nuovo Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, non è certo uomo indeciso o temporeggiatore. Da tutti raccontato come deciso e concreto, ha già dato conferma di ciò dimostrando dinamicità e progettualità. Ha infatti preso in mano i dossier più impellenti, dando risposte tempestive dove possibile e programmando percorsi dove invece la strada era più lunga.
A pochi mesi da quando si è insediato a Via Veneto, il Ministro Calenda ha chiarito come intende procedere nei vari settori e nel comparto energetico ha dichiarato di voler dare priorità alla ripresa industriale che tarda ad arrivare, anche con strumenti di sostegno. Nei giorni scorsi, in sede Istituzionale, ha anche chiarito che il 2017 dovrebbe essere l’anno della nuova Strategia Energetica Nazionale, documento centrale nella visione energetica del Paese.
Questa dichiarazione non può che essere accolta con favore dal mondo imprenditoriale che ha, negli ultimi anni, patito particolarmente la mancanza di chiarezza, forse addirittura di trasparenza, da parte dell’Esecutivo che non ha consentito di programmare interventi da parte degli imprenditori con il conseguente mancato sviluppo di nuove iniziative.
La recente accelerazione dovuta alle decisioni assunte a Parigi nell’ambito della Cop21 e il cambio di politiche impresso dal nuovo Ministro sembrano tuttavia aver dato il via a questo nuovo corso che, se non altro nella tempestività delle decisioni assunte, sta marcando la differenza con il passato. La strada sembra quella giusta e i provvedimenti assunti vanno in quella direzione, tuttavia gran parte del lavoro deve ancora essere svolto e il giudizio non può che rimanere sospeso. Il mondo dell’energia vive trasformazioni continue e negli ultimi anni è stato caratterizzato da molti sviluppi fino ad oggi difficilmente prevedibili. Molte le novità tecnologiche che hanno influenzato le dinamiche di prezzo dell’energia elettrica, dalle Fer al Fracking, dall’effetto dell’efficienza energetica al calo dei consumi, finendo con la riduzione del costo dei combustibili fossili, e tutte queste hanno solo in parte potuto svolgere il loro effetto.
Facile quindi pensare che i prossimi anni non saranno meno turbolenti visto che sicuramente dovremo aggiungere altri elementi innovativi come i nuovi obiettivi ambientali della Cop21, l’avvento massiccio della mobilità elettrica e gli interventi dinamici sulla domanda di energia. Quest’ultimo aspetto potrà influire significativamente sui mercati, elettrico in particolare, contribuendo a un’ottimizzazione dei carichi che fino a pochi anni or sono non era neppure ipotizzabile, grazie alla trasformazione delle curve di prelievo da passive ad attive.
Questa evoluzione vedrà certamente il vettore elettrico come protagonista della trasformazione citata, e la necessaria evoluzione in tale senso delle utenze domestiche guiderà questo passaggio nei prossimi anni con le tempistiche dettate dalla possibilità per gli utenti stessi di beneficiare dei vantaggi che il nuovo sistema potrebbe garantire.
Il risparmio economico e qualitativo da un punto di vista ambientale, stimolerà la trasformazione in tale direzione nel momento in cui vi saranno strumenti adeguati come contatori e tariffe “intelligenti”. A questi, in tempi rapidissimi, seguiranno macchine “intelligenti” in grado di adeguarsi ai segnali ricevuti dai mercati sulla disponibilità e sul costo del kWh in ogni momento della giornata e questo porterà a ridisegnare le abitudini dei consumatori in modo attivo al fine di beneficiare delle soluzioni migliori.
Altro capitolo di questo complesso libro è quello collegato alla mobilità, infatti un significativo apporto alla trasformazione del sistema citato sarà quello derivante dal passaggio della mobilità dall’utilizzo di motori a combustione a quelli a basse o nulle emissioni (elettrici, ibridi o alimentati a gas). Questa trasformazione è appena partita ed è ancora lenta ma è facile prevedere un incremento sempre maggiore nei prossimi anni dovuto alla sostanziale efficienza delle macchine di nuova generazione, alla maggiore economicità di gestione delle stesse e a un costo che tendenzialmente dovrebbe arrivare ad allinearsi, se non addirittura ridursi, in breve tempo. Questa rivoluzione non impatterà solo sulla mobilità riducendo il consumo di combustibili fossili per trazione, ma impatterà significativamente anche sul sistema elettrico nel suo complesso se solo si arriverà a rendere “visibili” alla rete questi dispositivi di accumulo (le autovetture elettriche lo sono), in modo da poter utilizzarne le batterie come unità di backup per la rete affittandole al distributore o utilizzandole direttamente.
Come evidente le evoluzioni del sistema sono molte e tutte vicine, vi sono ancora significative resistenze al cambiamento che tuttavia verranno spazzate via dall’ineluttabile cambiamento che vedrà la decarbonizzazione come perno delle politiche internazionali e chi non saprà adeguarsi in tempi rapidi si troverà spiazzato. Questo cambio di paradigma è in corso e ne dobbiamo trarre ogni elemento utile in termini occupazionali, industriali e ambientali, opporvisi è, oltre che inutile, irresponsabile e miope, e siamo convinti che il Ministro Calenda lo abbia compreso e per questo restiamo fiduciosi.